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il tempo dei cachi.

Sai una cosa?

te la devo proprio dire…

Questa mattina ho avuto la sensazione di trovarmi in una riunione delle Nazioni Unite. Persone che esprimevano la propria opinione su argomenti più disparati, dibattendo con argomentazioni sagaci, irriverenti e brillanti. Esisteva pure la facoltà di dibattere le opinioni degli altri, la possibilità perfino di esprimere un puro e semplice piacere e di non venire discriminati per questo. Ognuno ascoltava l’opinione dell’altro, senza pregiudizi, maschere mentali, schemi; ma semplicemente prendendo un’opinione per quello che era e per la valenza che poteva avere nei vari dibattiti. Arrivando infine a una decisione, un summit e alla delineazione di uno scenario futuro, più possibile e probabile possibile, dell’argomento e della realtà presa in esame.

Era solo un assaggio e una speranza realizzata in due semplici e brevi ore.

Era il miraggio che lascia assaporare il proprio gusto che però scappa, è fuggevole ed effimero.

Era il miraggio di una vera realtà, basata su fatti concreti, su persone pensanti responsabili coscienti e consapevoli.

Era il sogno di una realtà che avrei tanto voluto abitare non solo in quel momento, ma per sempre.

Era il desiderio di fervori non espressi, di considerazioni mal espresse, di emozioni scoccanti e pericolose, di una vita vissuta aspettando l’ennesima delusione.

Quando si preannuncia una realtà del genere, anche solo lontanamente, bisogna viverla al meglio, carpirne le dinamiche, farne tesoro e cercare in ogni attimo successivo di riproporle anche in minima parte.

Non so perché mi è sorto il paragone con l’ONU: forse perché immagino che a livelli molto alti, persino internazionali, le discussioni, la dispute settlement e il problem solving dovrebbe essere condotto in questa maniera ammirevole e chiara.

Infine era il miraggio di una società libera da schemi mentali, blocchi, maschere di varia natura. Era il miraggio di una vita libera. E-r-a.

Fabio Berti

La teoria del rischio.

Ripropongo qua di seguito una teoria dei rischi aziendali che a mio avviso, con le opportune modifiche che apporterò, è valevole per la vita in generale.

Il sistema dei rischi si presenta come un fenomeno in continuo divenire: in esso è possibile ritrovare i tratti caratteristici della vita. Mentre alcuni rischi cessano di esistere, altri ne sorgono; mentre alcuni aumentano, altri diminuiscono di entità: il processo si ripete ininterrottamente per tutta la durata della vita a conferma del suo dinamismo e della sua azione trasformatrice della società.

Credete che possa valere?
Lasciate un commento 🙂

Fabio Berti

Vivere secondo norme.

Essere regolati da norme è fondamentale. Alle origini di ogni comunità civile vi è la stipulazione di norme.

Vivere nel caos non è auspicabile per nessuno. Solo per il fatto che in una condizione di anarchia vengono a crearsi situazioni poco piacevoli, in cui si viene a perdere i poli del potere e il bipolarismo o multipartitismo viene a desistere.

I centri del potere si destabilizzano e gruppi o individui influenti nella società cercano di accaparrarsi uno dei centri e di controllare parte o la totalità della società. Si potrebbe affermare che la situazione di anarchia è momentanea perché rappresenta il passaggio tra due situazioni ben delineate, in cui i centri di potere sono ben distribuiti e in cui la difficoltà precedente si è concentrata nel togliere la polarità del potere a questi soggetti individuali e collettivi.

Ma al termine di questo periodo di “passaggio” si ripresenta la solita situazione. Già ai tempi dell’antica Roma lo stato di dittatura veniva istituito, per una durata determinata di 6 mesi per sistemare una situazione definibile come “pericolosa” per lo status quo.

Agli inizi della disciplina delle Relazioni Internazionali nel 1919, al termine della Grande Guerra, la situazione era tale e le conseguenze del conflitto erano state così disastrose e inaspettate, e soprattutto mai verificatesi in precedenza, da presentarsi l’esigenza di ricorrere a una Società delle Nazioni. Rappresentò il primo organo politico a livello internazionale nella storia e il suo compito non era solamente funzionale alla risoluzione di un problema come era avvenuto in precedenza. Doveva fra le varie funzioni per cui era stato creato essere una sorta di parlamento per legiferare una serie di norme, atte a regolamentare le Nazioni. La ragione, che era caduta in crisi con lo scoppio della guerra e ne aveva rappresentato la causa, doveva essere anche la soluzione.

Tutto questo per dire che in una società composta da vari soggetti di natura e di formazione differenti, aventi per forza di cose interessi in parte o completamente differenti, servono delle norme studiate ad hoc più o meno istituzionalizzate. All’istituzione di una comunità qualsiasi istituite delle norme da rispettare, ovviamente con sanzioni a seguito.

Fabio Berti

Uno specchio.

Chissà se nello spazio siamo soli?

Oppure c’è qualcuno che non vediamo?

…Alieni…

ma la vera domanda è…

perché bisogna continuare a farci condizionare dalla società?

perché non siamo noi stessi?

perché non ce ne freghiamo della morale, dell’etica, delle convenzioni, delle tradizioni e viviamo come semplici essere umani con i nostri istinti, amori, odi, amicizie? Perché ci facciamo condizionare da qualcosa che abbiamo creato noi?

Questa è la vera domanda.

Fabio Berti